Le masserie sono un trend molto importante per il territorio salentino.
Non è un caso che il “Quotidiano di Puglia” abbia dedicato un articolo in un momento così strategico.
L’articolo punta l’attenzione sulle masserie di lusso che sono solo la punta di un’offerta turistica diffusa molto più numerosa di quello che si pensi. Gli stranieri apprezzano in maniera omogenea quest’offerta e apprezzano molto anche l’autenticità e il contatto con la natura. Spesso fanno scuola a noi, sottolineando quanto siamo fortunati ad avere un territorio così ricco.
Basti pensare che molte di queste masserie conservano ancora intatta la loro personalità da centinaia di anni. Sono quindi dei veri e propri monumenti alla ruralità, conservano le tracce indelebili di un’attività sociale e di un’economia basata sull’amore per la terra e per i suoi frutti.
A chi ha scelto di recuperare questi monumenti strizzando l’occhio al lusso, si affianca un folto numero di gestori che hanno rivisitato in maniera autentica la propria struttura, completando l’offerta con strutture ecologiche e sostenibili, che fanno la fitodepurazione delle acque di scarico (masseria Gianferrante), aziende biologiche che hanno recuperato anche vecchie colture ormai dismesse, ma sempre più apprezzate specialmente per la loro grande compatibilità con soggetti affetti da intolleranze alimentari (Biomasseria Santa Lucia). Tutte realtà dove la sensibilità verso quello che c’era, ha messo le basi per diffondere una cultura dimenticata che non è solo una filosofia di vita da museo. Al contrario sta trovando molti sostenitori.
Chi ha la fortuna di trascorrere qualche giorno in queste strutture porta a casa un approccio diverso alla vita, alla logica della vita/profitto e profitto/vita.
Alessandro Santantonio